E’ da un po’ di tempo che desidero scrivervi questo articolo: come è cambiata la mia vita grazie al fitness.
Il mio percorso è iniziato circa 3 anni fa un po’ per caso un po’ per esigenza.
Venivo da anni di inattività e tanti tanti soldi in meno spesi in trattamenti per la cellulite, fino a quando ho deciso, stufa di vedermi sempre uguale, di darci un taglio e tornare ad essere una persona attiva che, per indole, sono sempre stata. Vi racconterò più o meno dettagliatamente perchè credo sia molto importante, dal mio punto di vista, farvi capire il mio approccio graduale al Fitness, mai invasivo o traumatico, e trasmettervi quello che è stato il mio percorso “psicologico” prima che fisico.
Iniziai in Primavera ad allenarmi in casa la mattina presto con dei circuiti ad alta intensità ( conoscete tutte Kayla e la sua BBG, vero? ). Nella mia incoscienza ero convinta che potessero andar bene per il mio biotipo ( ginoide, genetica maledetta ) e così pensai che sarebbe sicuramente stato meglio farlo che continuare a non fare nulla, e che molto probabilmente avrei speso tanti meno soldi che dall’estetista e con diete improbabili. Beata ignoranza. Iniziai quindi a vedere i primi risultati in sole 12 settimane, persi peso e ripresi pieno potere del mio corpo, il che è stato sicuramente un bene. Dopo le vacanze estive abbandonai per un po’ e poco prima che finisse l’anno decisi che non volevo perdere quel momento di sfogo e mi misi alla ricerca di una palestra che facesse al caso mio. Caso volle che il 1^ Gennaio del 2016 a Napoli aprì il primo centro McFIT, vicino casa e vicinissimo al lavoro. Non ci pensai su due volte e mi ci iscrissi.
Da lì ripresi i miei circuiti indisturbata, ma, come adesso avrei potuto prevedere, non mi aiutavano più tanto nella forma fisica, così iniziai a cercare l’aiuto di qualche personal per capire cosa potesse essere più adeguato al mio caso specifico. E mi approcciai per la prima volta alla sala pesi.
Nella sala pesi scoprii che ero sempre una minoranza delle quote rosa, ad oggi so che è temuta dalla più parte quasi forse di più della cellulite . Ma scoprii anche che mi piaceva e così non ne sono più uscita.
Grazie al mio attuale personal trainer iniziai quindi a capire l’importanza dell’allenamento “consapevole”, fatto con costanza, almeno tre volte la settimana e soprattutto che il “mangiare poco e male” non era la soluzione. Con il tempo è diventato una guida sempre più presente, più costante, che mi ha indirizzata verso quello che poteva essere non un obbligo ma verso uno stile di vita vero e proprio.
Lo ammetto, sono stata fortunata. Ho incontrato, come si dice, “la persona giusta al momento giusto”, in quel momento in cui avevo voglia e bisogno di cambiare la mia vita ma non avevo gli strumenti per farlo, fra cui la conoscenza.
Ho così iniziato a mangiare bene: la colazione, prima di incontrarlo, non l’ho mai fatta per quasi trent’anni, scoprendo poi che era davvero il pasto più importante della giornata. Ho così cambiato abitudini: prima mi svegliavo, mi lavavo e andavo a lavoro. Oggi mi sveglio due ore prima, mi cucino la colazione, mi lavo e poi vado a lavoro. Se mi sveglio tardi la faccio comunque; se faccio tardi, cascasse il mondo, me la preparo comunque; se devo alzarmi all’alba, me la preparo la sera prima e via discorrendo. E’ diventata una priorità della mia routine quotidiana. Un primo cambiamento della mia vita.
Ed il mio cambiamento è iniziato proprio dalla colazione: la prima cosa da fare quando inizia il nuovo giorno, un nuovo impegno, mai un obbligo, ma un atto per me stessa. Ho così iniziato ad allenarmi 3 volte la settimana cercando di non saltare mai. Avevo deciso che doveva essere il mio secondo lavoro, un impegno improrogabile, qualcosa che non potevo rifiutarmi o scocciarmi di fare. Ho deciso che era solo e soltanto per me, nonostante il sole, la pioggia, l’estetista, l’appuntamento dal dottore, il ciclo, i ragazzi, le serate in discoteca o gli altri impegni lavorativi. Nonostante tutto io dovevo portare a termine quell’impegno che mi ero data. E non avete idea di quante volte mi sarei ribellata contro me stessa per non farlo, quante volte avrei preferito trascorrere quelle due ore nella totale nullafacenza, andare a fare shopping o a mangiare junkfood o semplicemente tornare a pranzo a casa dalla mia famiglia. Quelle tre volte la settimana, durante la mia pausa pranzo, avevo un unico obbiettivo: andare in palestra.
Ed io non li vedevo i risultati. Tutti mi dicevano che stavo dimagrendo, che ero in forma, ma io allo specchio mi vedevo sempre uguale. Sempre i fianchi larghi, le cosce grandi, le caviglie enormi, anche se non era così. Ma ero tormentata dall’unico pensiero di MIGLIORARMI. Pensavo che era comunque meglio che non fare nulla, che prima o poi sarei cambiata, che stava iniziando a non pesarmi più tanto, che mi stavo appassionando tutto sommato, che era impossibile non raggiungere un risultato visibile anche per me visto tutto l’impegno che ci stavo mettendo. Nonostante non vedessi cambiamenti stratosferici allo specchio mi sentivo meglio e l’impegno che avevo preso era troppo importante per mollare tutto per una vigliacca resa. Così sono passati giorni, poi settimane, poi mesi, poi un anno. In questo primo anno di impegno serio mi sono trovata a dover fare infinite scelte ed altrettante rinunce e cambiamenti:
– portarmi dietro ogni giorno la borsa della palestra a lavoro;
– organizzare i pasti di tutta la giornata la sera prima;
– ricordare di incastrare tutti gli impegni extra-lavorativi con la palestra;
– riuscire a portare avanti un blog ( e vi assicuro che portare avanti un blog richiede tempo e dedizione come qualsiasi altro impiego ) nonostante la stanchezza post lavoro ed allenamento;
– riuscire a lavarmi i capelli, proprio così. Se vai in palestra quasi tutti i giorni hai di conseguenza i capelli sempre sporchi, ma non puoi lavarli ogni volta perchè sennò diventi calva, ma devo comunque essere sempre presentabile perchè sia il mio lavoro che il blog richiedono una certa immagine, etc…
– stimare un tot. di uscite di denaro mensili esclusivamente per il fitness e riuscire a cavartela a fine mese: se si fa con cognizione di causa, ho poi scoperto, che costa quanto uno stipendio fra personal, alimentazione, abbigliamento e pure integrazione;
– rinunciare a trascorrere del tempo con i miei amici perchè diversamente non avrei potuto andare in palestra;
– rinunciare a pranzi, cene, aperitivi, serate, alcol, con lo scopo di riuscire ad “addomesticare” la mia mente ad uno stile di vita sano e di auto-regolamentazione.
Potrei continuare all’infinito, così come potrei dirvi che non mi è pesato, ma sarei ipocrita. Mi è pesato e talvolta mi pesa tutt’ora. Nell’ultimo anno ho aumentato le mie sessioni di allenamento da 3 a 6 alla settimana. Pur di farle tutte sono andata in palestra anche alle 7 del mattino ( chi mi conosce bene sa quanto io soffra svegliarmi presto ), anche di Domenica, anche quando ero tramortita dalla stanchezza, dai pensieri…
Nell’ultimo anno quello che oggi posso dirvi con assoluta certezza sia cambiato in toto non è il mio corpo – perchè su quello c’è ancora tanto lavoro da fare – ma sono cambiata io.
Ciò che ho iniziato per via di un’esigenza, l’impegno che ho preso quasi due anni fa con me stessa, quello che io chiamo il mio secondo lavoro, è diventato il mio stile di vita, sono diventata io. L’obbligo che mi ero auto-imposta è diventato una priorità assoluta. E’ diventato il mio momento più MIO che possa avere, in cui so che sto facendo qualcosa di buono per me stessa e per nessun altro, egoisticamente parlando. Oggi prima di prenotare un hotel mi assicuro che abbia una palestra dentro o nei dintorni, per intenderci. Nonostante le giornate no, talvolta la fame, i pianti frustrati di chi attende dei risultati, nonostante le aspettative altissime, sono andata avanti ed oggi non potrei esserne più felice.
La palestra e l’alimentazione mi hanno aiutata a diventare una persona più diligente, più ordinata, più organizzata, più paziente, più tenace, più sveglia e anche più forte. Al di là del risultato fisico.
E’ stato ed è tutt’ora una lotta continua contro me stessa, la mia volontà, le mie capacità, e la mia paura di non farcela dimostrandomi poi che invece nulla è impossibile. Come quando, prima di sollevare un bilanciere pesantissimo, ogni volta penso che non ce la farò un attimo prima che le mie gambe e le mie braccia lo tirino su.
Ammetto ancora una volta che ho incontrato la persona e la guida giusta per questo mio percorso, Antonio Nardi – è giusto che abbia i suoi riconoscimenti – , che mi ha saputa motivare, stimolare, spronare e anche gratificare al momento giusto ogni giorno. Severo quando serviva, più malleabile adesso, i Whatsapp inviati quando ero sul punto di bere un drink in discoteca o poco prima di sgarrare. E’ stato bravo a non farmi mai sentire costretta a cambiare le mie abitudini, a portarmici quasi da sola a determinate e fondamentali scelte, a capire l’importanza dell’integrazione, di farmi entrare nella “mentalità dell’atleta” e tanto altro. Ad oggi è un po’ come il mio prete confessore, ma soprattutto un amico: se sgarro lo sa in anticipo, se ho il ciclo lo sa prima di mia madre, sa anche quando sono motivata oppure no. Insomma, ho avuto culo.
L’anno scorso di questi tempi gli dicevo: “mi do due anni di tempo per raggiungere il mio obbiettivo fisico ( perchè sappiate che avere un obbiettivo è fondamentale per la motivazione ), entro i 30 devo essere così ( @kaliburns )”. Un anno è già passato, sono cambiata così tanto che a volte non mi sembra vero, ma a dirla tutta l’obbiettivo più importante lo abbiamo già raggiunto: essere una ragazza FIT.
Non mollate mai!
Buone vacanze a tutti <3
PS: Una menzione speciale va a tutto il Team McFIT che mi ha accolta dal primo giorno come la mia seconda famiglia dandomi fiducia, ed è anche grazie al loro sostegno che oggi posso essere così orgogliosa dei miei piccoli traguardi.
R.
PHOTO CREDITS : GIOVANNI SAMARINI @WILSONMAKES